RIGENERAZIONE URBANA


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Abbiamo intervistato il Geom. Luciano Pitirollo, Responsabile Tecnico Impianti Tecnologici all'interno dell'azienda La scientia srl di Forlì.
L’azienda si occupa in Italia e all’estero, nell’ambito di appalti pubblici e privati, di costruzioni e ristrutturazioni edilizie, impianti tecnologici generali e risparmio energetico. 

 

La sua azienda ha partecipato alla parte tecnica del progetto sulla Rigenerazione, che prevedeva seminari specifici sulle novità costruttivo/normative in merito al risparmio ed alla qualificazione energetica. Ritiene che l’assunzione di nuove competenze sia una componente importante della strategia aziendale?
Assolutamente si. Ritengo indispensabile esser formati sulle nuove evoluzioni tecniche del settore ed aggiornati, soprattutto, in materia di normative. È bene considerare infatti che solo attraverso la formazione ed il continuo aggiornamento si acquisiscono le conoscenze necessarie per poter proporre nuovi sistemi, più efficienti, talvolta anche più competitivi, che possano rappresentare per il cliente la risposta concreta alle sue esigenze.
Tuttavia la formazione, più che un investimento, a mio avviso dovrebbe esser considerata un percorso pressoché obbligato, in costante ingrandimento, da percorrere per poter reagire sempre al meglio alle evoluzioni del mercato di riferimento.

L’esperienza fatta nei seminari e workshop predisposti da CNA, in che misura ha risposto alle sue attese?
Decisamente bene. Ho apprezzato molto le prove di laboratorio ed in particolare il sopralluogo presso l’abitazione dell’Ing. Toledo (gentilissimo) dove abbiamo potuto apprezzare, in funzione, un impianto idrotermico realizzato in pompa di calore, uno dei temi del corso.
Trovo molto utile in generale il “toccare con mano” quanto sia stato illustrato in precedenza teoricamente in quanto, all’atto pratico, le domande dei diretti interessati ai docenti aumentano esponenzialmente.

Pensa che potrà esserle utile in futuro?
Credo proprio di si. Già in passato avevo partecipato ad altri seminari della CNA e sono rimasto molto soddisfatto del loro livello, delle concezioni acquisite e del contesto. Non vanno trascurate inoltre le conoscenze che è possibile fare, con “colleghi” dello stesso settore, per confrontarsi su tematiche e problematiche comuni.

Il coinvolgimento degli enti pubblici territoriali (Unione dei Comuni, Comuni singoli, Asl, DPL etc) è ritenuto indispensabile al fine di valorizzare le imprese che investono sulla formazione, preservandole dal rischio di una concorrenza sleale?
Purtroppo non penso che la concorrenza sleale sia facilmente arginabile, sebbene le istituzioni, anche quelle locali, facciano il possibile per combattere questo negativo fenomeno.
Soprattutto in questa difficile congiuntura economica che sta attraversando da tempo il nostro paese.
Tuttavia, ritengo che il sistema sanzionatorio in essere sia ingiusto ed inefficace e, peggio, il sistema premiante o meglio riconoscente per chi a fatica rispetta tutte le regole sia inesistente.
Da operatore del settore suggerirei delle certificazioni più dirette, non complementari alle ISO ed alle SOA, atte a “fotografare” temporalmente, con cadenza a medio/breve termine, la situazione aziendale, con soli 4 punti di seguito elencati:

  • Contratti del lavoro applicati al personale dipendente;
  • Situazione finanziaria con i principali fornitori;
  • Misure adottate per la sicurezza con verifica delle sanzioni subite;
  • FeedBack dei committenti;

Punti dai quali sarebbe ricavabile un rating che, in caso positivo, risulterebbe certamente molto spendibile sul mercato. La formazione in tal caso sarebbe quasi complementare, ma comunque molto importante per poter competere ad armi pari con i propri competitor.

Le banche, come potrebbero sostenere il settore dell’edilizia? Con quali strumenti?
Il ruolo degli istituti di credito non dovrebbe esser limitato al reperimento, spesso a spot, di somme di denaro più o meno ingenti, o meglio, applicare tassi d’interesse vantaggiosi. Bensì, da operatore del settore chiederei di sviluppare programmi di investimento a medio termine, su cui potersi basare, da destinarsi stabilmente all’edilizia efficiente. In particolare, concentrandoci sull’efficientamento energetico degli edifici esistenti (condomini su tutti), vero mercato ancora allo stato embrionale, le banche dovrebbero mettere nelle migliori condizioni i promotori delle tecnologie green, quali imprese e professionisti, di proporre strumenti finanziari facilmente comprensibili.
Infatti, tra le criticità del mercato italiano troviamo un gap culturale volto al frazionamento della proprietà ed al risparmio per l’intervento indispensabile immediato, abbandonando di fatto lo studio di possibilità alternative che genererebbero risparmio energetico ed economico.
In ogni modo, l’intervento di Cariromagna è sicuramente un passo in avanti molto positivo per provare a mettere in moto localmente la domanda di efficienza energetica.